Governare è difficile per qualsiasi forza politica perché bisogna prendere continuamente decisioni, assumendosi quindi delle responsabilità e finendo quasi sempre per scontentare qualcuno. Fatta questa premessa, bisogna dire che il Movimento 5 Stelle sta pagando molto la sua permanenza al Governo cominciata circa un anno e mezzo fa, nel giugno 2018. Un prezzo alto sia per quanto riguarda il consenso elettorale che si è ridotto, come dicono le elezioni locali e i sondaggi nazionali, sia per quanto riguarda il gruppo parlamentare che sta via via diminuendo a causa di espulsioni e defezioni.

I 5 Stelle di fronte al banco di prova del governare ne stanno uscendo indeboliti e poco compatti al loro interno soprattutto per tre cause. La prima causa è che stare all’opposizione, criticare, è più facile che governare, fare, quindi solo adesso stanno emergendo divisioni che prima erano più sopite, meno evidenti. La seconda causa è la prematura scomparsa di Gianroberto Casaleggio, fondatore insieme a Grillo del Movimento, scomparsa avvenuta nel 2016. Che piacesse o no la sua figura, fino a quando egli c’era i 5 Stelle erano più coesi, evidentemente Grillo da solo riesce meno in questo intento. La terza causa è che il Movimento è poco radicato nelle realtà locali, lo si è visto nei risultati deludenti ottenuti alle recenti elezioni regionali, la sua forza e visibilità è soprattutto a livello nazionale in Parlamento, almeno per ora. Infatti i sondaggi dicono che se sia andasse a votare adesso per le elezioni politiche i 5 Stelle ne uscirebbero fortemente ridimensionati rispetto alle elezioni politiche del 2018.

Ritengo che la responsabilità di questa situazione difficile sia diffusa all’interno del Movimento e non individuale. Non credo che Di Maio, il capo politico, sia il maggiore responsabile, se al suo posto ci fosse Di Battista o un’altra persona la situazione non sarebbe molto diversa.

Armando Guida

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