L’articolo di oggi preferirei non scriverlo perché è una brutta notizia. A Milano pochi giorni fa è morto un operaio impegnato nella costruzione di un nuovo tratto della metropolitana. Purtroppo ogni giorno o quasi ci sono vittime del lavoro, persone che la mattina escono di casa per andare a guadagnarsi da vivere e che la sera non ritornano. Questo episodio in particolare fa riflettere per il contesto in cui è avvenuto: in una grande città e per un’opera pubblica, quindi il committente è lo Stato, l’ente che scrive le leggi in materia di sicurezza. Inoltre la realizzazione di una metropolitana è importante, per cui è seguita con attenzione, è sotto i riflettori. Tutto questo non è bastato per evitare la tragedia.
E allora in altri posti, per esempio in città più piccole e dove il datore di lavoro è un privato, è ancora peggio?Adesso il nome dell’operaio deceduto fa parte di una triste statistica e tra qualche giorno sarà ricordato solo dai parenti, forse da qualche amico. Le morti sul lavoro sono un argomento di cui nessuno parla volentieri, neanche i mezzi di informazione, ci riportano indietro di decenni, a volte anche di secoli, quando si moriva nello stesso modo e stridono in un’epoca come la nostra che sta conoscendo i progressi della tecnologia. Gli esponenti politici e sindacali dicono giustamente che queste disgrazie sono inaccettabili, e siamo tutti d’accordo, però poi continuano ad accadere: si può fare qualcosa perché non avvengano più o almeno diminuiscano?
Armando Guida